mercoledì 20 aprile 2011

"L'ANGELO"

Sei l’angelo della morte o della vita, tu che vieni al mio cospetto? Ho tanto atteso la tua venuta, ho vagato per monti e valli alla ricerca del tuo magnetico viso, dei tuoi capelli, delle tue ali leggiadre e ora che ti ho davanti ho quasi paura di toccarti.Fluttui nell’aria lasciando un intenso profumo d’altrove, accarezzi con lo sguardo la mia figura, sorridi all’incredulità che traspare dal mio volto, ma sei certo di essere vero?O magnificenza spirituale rendimi immortale, accoglimi tra le tue braccia, fammi sfiorare le tue labbra rosee, succoso nettare dell’eternità, inebriami della tua essenza e lascia che sia tua per sempre………… .

"LUNA"

Il velo setoso della notte cala sulla città addormentata, e il pallido volto lunare compare all’orizzonte.La formosa signora del buio, incurante di qualunque sguardo, va mostrando le sue morbide rotondità, con la fierezza che da sempre la contraddistingue.E’ assoluta padrona di quel nulla che nell’immensità del tempo e dello spazio, corrisponde soltanto a un brevissimo istante…………Sarà per questo che è così preziosa agli occhi dei romantici e degli antichi poeti? Coloro che rapiti dalla sua magica aura, ne cantarono le gesta, accompagnando con appassionate parole, i baci fugaci di giovani amanti……………….. .

"AUTORITRATTO"

Immobile resta il pittore a contemplare il quadro. Un lieve sorriso compare sul suo viso, ferma è la mano stringendo il creativo pennello, che con un sol tratto dà vita a mirabili incanti.L’uomo fissa con attento acume ogni particolare, ogni più piccola sfumatura, prima di portare a compimento l’opera sua.Ama l’oscurità in cui è immerso, a pensare lo aiuta, a lasciare lo sprona la realtà, per esser dalla fantasiosa tela, risucchiato nel calore dei suoi vivaci colori.“Oscurità” è la dimensione del suo artistico parto, la zona buia delle gestanti innovazioni d’autore, l’antro occultato dalle sue guizzanti idee, l’estrosa gravidanza di un feto denominato “Autoritratto”…………. Quello di colui che vedere mai si fece, se non sulla ruvida stoffa della sua creatura…………“Oscurità”, amica sincera della paura di essere noi stessi oscuri!

"GELIDO INVERNO"

Avvolta nella nebbia la figura, con passi lenti incespicando fra le cadute foglie, la perduta anima s’avventura nell’invalicabile muro di sottile umidità, intoccabile dal material tatto. Il silenzio è misero compagno di viaggio, voce senza suono di una melodia inesistente.Dove sta andando la fantasmagorica allegoria di una parvenza umana? Fin dove vuol spingersi? Tracce non lascia sull’imbiancato sentiero di montagna.-“C’è qualcuno?”-, grida disperata colei che si è smarrita, ma non c’è nessuno a raccogliere la sua richiesta d’aiuto.Addormentata è ogni cosa, nel profondo sonno del gelido inverno. Gli alberi immortalati sono, nella fotografica posa di un cieco artista, incurante delle ferite inflitte ai vegetali esseri, dal signore del brutale freddo e della brillante brina.Fugge l’ora del probabile mattino, a diradarsi la nebbia comincia, ma è solo una pausa.L’indomani il gelido inverno ritornerà e con esso la duchessa dalle invisibili vesti, che aleggia sorniona fra le vuote carcasse delle sue floreali vittime………………… .

"SENTIMENTI"

Malinconia, nostalgia, tormento…………. Stati d’animo fortemente radicati nella spirituale essenza di noi fragili esseri umani.Involucri di anime stanche noi siamo, imprigionati nell’intricata tela degli accelerati battiti dei nostri cuori…………Strane e speciali creature di questo incomprensibile e folle mondo, che vagano esaltate, in attesa del repentino cambiamento ancestrale……………. .

" PERPLESSITA' "

Alla debole fiamma di una candela accesa, osservo indecifrabili ombre proiettarsi sulla parete della mia dimora.Si stagliano imponenti sull’immacolata tappezzeria, ballando tremolanti una musica muta.I loro movimenti sono bizzarri, stravaganti, senza senso. Da un lato ondeggiano come inconsistenti forme di materia evanescente ipnotizzata, e dall’altra saltano impazzite come creature frutto di qualche diabolico esperimento molecolare.Ad un tratto una folata di vento irrompe dalla finestra, spegnendo gli impareggiabili giochi di luce.Ormai al buio immagino che gli stati allucinatori di cui sono preda, siano rimasti intrappolati nell’ammasso corporale dell’intonaco murario, inghiottiti dalla sua enorme bocca famelica.La mia attenzione adesso è rivolta verso il ramo di un albero, che con il suo intenso tambureggiare, vuole che lo inviti ad entrare.Bussa alla mia porta ma che cosa vuole? Io non lo so!Non sopporto quel gran baccano ed è presto cosa fatta………. Recido la fastidiosa radice dei miei tormenti, ponendo fine ai suoi continui lamenti.Con trepidazione mi chiedo se altri tristi presagi incomberanno su di me, quali altri misteri dovrò scoprire prima di far chiarezza nella mia mente? Ciò che ho vissuto è incubo in perenne evoluzione o realtà astratta di uno sconosciuto destino?............ .

"MADRE TERRA"

Tomahawk sparpagliati in un vecchio campo indiano, cavalli pezzati impauriti che corrono nelle praterie dell’Idaho, taipee in fumo esposti al forte calore di un sole giallo oro, corpi senza vita all’ombra di alberi secolari.L’impronta dell’uomo avido e senza scrupoli chiamato “viso pallido” ben impressa nella terra, marchio indelebile dell’assassino della libertà e della natura incontaminata, turbata dall’avvento del progresso e dalla fredda materialità dell’esistenza artificiale.Lo sguardo della giovane sposa sfuggita alla morte crudele spazia oltre l’estremo, cercando il prode e bel guerriero al quale si era data con infinito amore e passione reciproca.Ad un tratto prende il terrore umane sembianze di fronte a lei, con lattea pelle e una carabina fra le mani, mostrando il sadico ghigno dell’imminente gesto di supremazia e di vittoria sul diverso.La fuga è breve e tragica, la conclusione sembra vicina, sorge prepotentemente dalle cavità orbitali della fanciulla, la certezza della fine di una fertile vita ancora in mutazione.Chi può salvarla? Sicura di trovarsi già nel paradiso dei popoli dei laghi, una visione viene a farle visita, quella del suo grande amore che con furia cieca, brandisce selvaggiamente l’affilato coltello della giustizia, e pone termine al sequestro della donna del suo impavido cuore, uccidendo il morbo dell’insensata follia e del disprezzo, in memoria dell’onore e del coraggio della sua gente.Ancora oggi chi passa da quelle parti ode il suo canto di guerra che riecheggia indomito, e fra le alte montagne innevate Volpe di fuoco era il suo nome…………. .