mercoledì 20 aprile 2011

"MADRE TERRA"

Tomahawk sparpagliati in un vecchio campo indiano, cavalli pezzati impauriti che corrono nelle praterie dell’Idaho, taipee in fumo esposti al forte calore di un sole giallo oro, corpi senza vita all’ombra di alberi secolari.L’impronta dell’uomo avido e senza scrupoli chiamato “viso pallido” ben impressa nella terra, marchio indelebile dell’assassino della libertà e della natura incontaminata, turbata dall’avvento del progresso e dalla fredda materialità dell’esistenza artificiale.Lo sguardo della giovane sposa sfuggita alla morte crudele spazia oltre l’estremo, cercando il prode e bel guerriero al quale si era data con infinito amore e passione reciproca.Ad un tratto prende il terrore umane sembianze di fronte a lei, con lattea pelle e una carabina fra le mani, mostrando il sadico ghigno dell’imminente gesto di supremazia e di vittoria sul diverso.La fuga è breve e tragica, la conclusione sembra vicina, sorge prepotentemente dalle cavità orbitali della fanciulla, la certezza della fine di una fertile vita ancora in mutazione.Chi può salvarla? Sicura di trovarsi già nel paradiso dei popoli dei laghi, una visione viene a farle visita, quella del suo grande amore che con furia cieca, brandisce selvaggiamente l’affilato coltello della giustizia, e pone termine al sequestro della donna del suo impavido cuore, uccidendo il morbo dell’insensata follia e del disprezzo, in memoria dell’onore e del coraggio della sua gente.Ancora oggi chi passa da quelle parti ode il suo canto di guerra che riecheggia indomito, e fra le alte montagne innevate Volpe di fuoco era il suo nome…………. .

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